Kintsugi: l'arte di riparare con lo spirito del tempo

Accostarsi al kintsugi significa abbracciare molto più di una tecnica: è un viaggio nella filosofia dell'imperfezione e del recupero. Tuttavia, chi si avvicina a questa pratica oggi deve comprendere che ciò che viene proposto nel nostro tempo è spesso una reinterpretazione moderna.
Nel Medioevo giapponese, il kintsugi non era solo estetica o decorazione. Era una risposta autentica alla necessità di ridare vita a un oggetto amato, infondendogli una nuova anima attraverso la cura della riparazione. Oggi, talvolta, questa pratica rischia di essere confinata a un esercizio di stile, ma il suo cuore pulsa altrove: nello spirito con cui si recupera l’oggetto.

È questa esigenza profonda di conservare e valorizzare ciò che è stato danneggiato a far emergere l'arte, spontanea e unica. Non è tanto il "come" si esegue il restauro, ma il "perché" lo si fa. Solo quando si guarda al kintsugi con questa consapevolezza si può coglierne l’essenza autentica e trasformativa.
Riparare non è semplicemente un gesto tecnico, ma un dialogo tra il passato dell'oggetto e il presente di chi lo accoglie. E in questo dialogo si rivela il vero volto dell'arte del kintsugi.

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