Caro amico aspirante 'patafisico

Ti confido una mia riflessione su cosa significhi essere 'patafisico oggi. La 'patafisica, quella che Alfred Jarry definì come "la scienza delle soluzioni immaginarie", per me si trova proprio al crocevia tra il gioco intellettuale, la provocazione e una visione ironica e surreale della realtà. Essere 'patafisico oggi significa adottare un atteggiamento che sfida il rigido razionalismo e la seriosità delle istituzioni, dando invece spazio alla creatività, al paradosso e all’immaginazione.
Penso che essere 'patafisico oggi voglia dire soprattutto mantenere l’ironia e resistere al conformismo. È un modo per sfidare dogmi e convenzioni attraverso l’umorismo, evitando di cadere nella trappola della standardizzazione culturale e intellettuale. Non si tratta solo di un esercizio mentale, ma di una vera e propria filosofia di vita: esplorare l’assurdo e ciò che è marginale può diventare una chiave per reinterpretare la realtà.
E poi c’è questa cosa della visione relativa della verità. La 'patafisica non cerca mai verità assolute, anzi, celebra le "soluzioni immaginarie" come strumenti altrettanto validi per comprendere il mondo. È come dire: non esiste una sola prospettiva corretta, ma infinite interpretazioni possibili.

Certo, non è facile. Viviamo in una società pragmatica e utilitarista, dove tutto ruota attorno alla produttività e all'efficienza. In questo contesto, la 'patafisica, che esalta l’inutile e l’assurdo, rischia di essere vista come una perdita di tempo o un capriccio bizzarro. E poi c’è il problema dell’incomprensione e dell’isolamento: essere 'patafisici significa spesso essere percepiti come strani, perché si sceglie di non prendere troppo sul serio cose che per altri sono fondamentali.
E non parliamo della resistenza delle istituzioni. La 'patafisica è per sua natura anti-sistemica, quindi chi abbraccia questo approccio si trova inevitabilmente a scontrarsi con strutture rigide come quelle educative o economiche, che premiano il pensiero convenzionale.
Ecco, ammetto che scrivere tutto questo in un contesto di comunicazione digitale è quasi un paradosso. Viviamo in un mondo dominato da algoritmi e logiche binarie, mentre il pensiero 'patafisico si muove in un territorio fatto di ambiguità e imprevedibilità. È difficile trovare spazio o riconoscimento in questo panorama.
Ma sai cosa? Credo che proprio per questo la 'patafisica sia indispensabile oggi. Nonostante tutte queste difficoltà, è un rifugio per chi vuole esplorare l’assurdo e trovare nuovi significati nel caos. È un invito a riscoprire la bellezza del meraviglioso in un mondo che troppo spesso schiaccia l’immaginazione.

 

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